La stratificazione del rischio e dunque la stima della probabilità pre-test di malattia è importante nel decidere quale test diagnostico non invasivo sia opportuno scegliere per una diagnosi ottimale di coronaropatia nel sesso femminile. La valutazione del rischio è effettuabile sulla presenza dei determinanti di rischio, suddivisibili in maggiori (ipertensione, diabete ed età > 65 anni) e minori (ipercolesterolemia ed abitudine tabagica). Grande importanza viene data al test da sforzo classico, a patto che questo risulti facilmente interpretabile: la negatività di un test di questo tipo orienta per una genesi non coronarica dei disturbi, la positività verso la coronarografia se la probabilità pre-test è moderata o elevata. Se il test da sforzo non è eseguibile per impedimento fisico o l’ECG non ben interpretabile, c’è bisogno di un test di imaging; se vi è una probabilità pretest elevata, è opportuno orientarsi verso un test ad elevata specificità, per esempio l’eco-stress; mentre se la probabilità pre-test è più bassa è conveniente prediligere un test a più elevata sensibilità, come la scintigrafia miocardica.