Razionale. Scopo dello studio è stato valutare i risultati a medio termine della ricostruzione della radice aortica.
Materiali e metodi. Secondo la tecnica di David abbiamo esaminato la nostra casistica di 20 pazienti (17 maschi, 3 femmine, età media 63 anni), operati nel periodo compreso tra settembre 1996 ed agosto 1999. Le indicazioni all’intervento erano insufficienza aortica associata ad aneurisma dell’aorta ascendente in 19 casi, dissezione tipo A di Stanford in 1 caso. In tutti i pazienti è stata preservata la valvola nativa che è stata risospesa all’interno di una protesi tubulare su cui sono state reimpiantate le coronarie.
Risultati. Non si è registrato nessun caso di mortalità precoce. Al follow-up (durata media 13 mesi), completo per tutti i pazienti, si è registrato un decesso tardivo per cause extracardiache. Dei 19 sopravvissuti, 17 sono in I classe funzionale NYHA e 2 in II. Il controllo ecocardiografico tardivo (praticato su 18 pazienti) ha mostrato insufficienza aortica residua di entità moderata in 1 paziente, di lieve entità in 5, e rigurgito assente o trascurabile in 12 pazienti. Non si sono registrati episodi tromboembolici.
Conclusioni. Gli incoraggianti risultati a medio termine ci fanno ritenere la ricostruzione della radice aortica una valida alternativa alla tradizionale sostituzione composita della valvola aortica e dell’aorta ascendente. In particolare, la metodica descritta da David ci pare la più facilmente riproducibile e quella con migliori garanzie di durata e stabilità a lungo termine.