Il progressivo aumento delle fasce di popolazione italiana con più di 65 anni è un dato rilevante se si considera che rappresentano le categorie di popolazione nelle quali l’incidenza delle malattie vascolari periferiche è particolarmente elevata.
Parallelamente, a causa della riduzione della natalità un numero sempre crescente di anziani è destinato a vivere da solo: in questa popolazione il problema dell’invalidità può assumere toni drammatici. Si pensi infatti che solo il 12-13% dei soggetti che hanno subito l’amputazione di un arto a causa dell’arteriopatia, è in grado di deambulare con la protesi. In anni di tumultuosi cambiamenti e progressi nel campo della medicina ed in particolare della terapia delle malattie cardiovascolari, è oggi necessaria una ridefinizione dei ruoli circa il trattamento delle arteriopatie ostruttive periferiche. L’evoluzione tecnologica e il perfezionamento delle metodiche avvenuti nell’ultimo decennio hanno radicalmente modificato l’approccio terapeutico a questa malattia. Così come è avvenuto per la cura della malattia coronarica, l’angioplastica ha occupato un ruolo altrettanto importante e decisivo nella terapia della malattia arteriosa periferica.
La programmazione sanitaria deve recepire questi cambiamenti, onde evitare di staticizzare concetti terapeutici da tutti oggi messi in discussione, permettendo così un più corretto utilizzo delle risorse economiche a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale.