Per adottare opzioni terapeutiche invasive in pazienti con infarto miocardico acuto ricoverati in ospedali privi di Emodinamica e di Cardiochirurgia è necessario il trasferimento urgente presso il Centro “terziario” di riferimento. Il razionale di tale strategia terapeutica è basato sui favorevoli risultati dell’angioplastica primaria rispetto alla fibrinolisi, in particolare negli infarti miocardici ad elevato rischio. Anche l’angioplastica di salvataggio può essere presa in considerazione, per il ritardo conseguente al trasferimento. Un esempio classico di “rete” tra ospedali è quello di Zwolle (Olanda), dove l’angioplastica primaria viene eseguita in molti pazienti con infarto miocardico acuto ad elevato rischio provenienti da altri ospedali. Sono necessari ampi studi randomizzati che confrontino la fibrinolisi in un ospedale periferico con l’angioplastica primaria dopo trasferimento. Gli studi disponibili indicano comunque fattibilità e sicurezza di tale strategia terapeutica. Le implicazioni organizzative sono notevoli e presuppongono un’omogenea e razionale distribuzione dei Centri di Cardiologia Invasiva sul territorio.