Razionale. In Italia delle cinque statine autorizzate alla commercializzazione (atorvastatina, cerivastatina, fluvastatina, pravastatina, simvastatina) solo le ultime due sono rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale per la prevenzione secondaria.
Materiali e metodi. Durante il Congresso dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) del 1999 è stato distribuito nelle cartelle congressuali un questionario nel quale veniva chiesto un giudizio: 1) sulla scelta di rimborsare per la prevenzione secondaria soltanto la pravastatina e la simvastatina; 2) su quali end-point si debba stabilire il giudizio riguardante la rimborsabilità anche di altre statine.
Risultati. Sono stati raccolti e analizzati 232 questionari. Il 90.1% (intervallo di confidenza-IC al 95% tra 85.1 e 93.6%) dei cardiologi intervistati ritiene che sia giustificato che il Servizio Sanitario Nazionale rimborsi per la prevenzione secondaria della malattia coronarica soltanto le due statine per le quali sono stati forniti dati di efficacia in termini di mortalità a lungo periodo. Il 75.0% (IC 95% tra 69.4 e 80.6%) tiene conto della “Nota limitativa 13” quando prescrive una statina a pazienti con pregresso evento cardiaco e il 69.4% (IC 95% tra 63.5 e 75.3%) ritiene che sia necessario che venga dimostrata una riduzione delle placche coronariche analoga a quella ottenuta dalle statine rimborsate, perché anche altre possano essere rimborsate.
Conclusioni. La maggior parte dei cardiologi che ha risposto al questionario si dimostra d’accordo che vengano rimborsate per la prevenzione secondaria le statine di provata efficacia, e che la semplice riduzione della colesterolemia non possa essere considerata sufficiente per garantire la rimborsabilità.